sabato 9 maggio 2020

PILLOLINE

Su il sipario.
Siryl! Si chiamava Siryl. Era una donna bellissima, un’attrice. Che entrasse in una stanza o passeggiasse in qualsiasi punto della terra, il mondo si fermava a guardarla, come in una ripresa al rallentatore. Era davvero impossibile non soffermarsi sulla sua bellezza, che non era per nulla artificiosa, ma anzi solare, con quella sottile ombra di “tocco del demonio”: lo sguardo era nero e penetrante, le forme di carne liscia e rotonda, ogni parte fremente e irresistibile.
Tutti volevano recitare e flirtare con Siryl, soprattutto quei giovani attori che speravano in una scena d’amore con lei: non potendo entrare nel suo cuore, si accontentavano di appoggiarsi sulle sue labbra e di sfiorarne le forme perfette, pur sapendola finzione. Però, Siryl, aveva un segreto. Un maledetto segreto, che si manifestava solo con lo starle vicino: il demonio l’aveva toccata in ogni parte e, fedele alla sua natura, oltre a darle dono di una bellezza folgorante le aveva dato anche un alito pestilenziale!
un metro da lei già si iniziava a sentire un fetore pungente, a mezzo metro ci si domandava chi era morto e a pochi centimetri il morto era chi le stava di fronte. Non c’erano rimedi, ne chimici, ne naturali: spray, mentine, collutorio; nulla funzionava. Con il demonio non si scherza. All’inizio molti, i più resistenti, facevano finta di nulla, finché era possibile; d’altronde alla perfezione di una bellezza divina si concede più di un’indulgenza, ma poi, anche i più innamorati o le più incantate, cedevano vergognandosi di rinunciare alla fortuna di essere arrivati fin lì, a quei pochi centimetri dalla gloria!
Raramente ho visto un tale spreco, disse un produttore navigato. Come capirete la sua carriera d’attrice durò il tempo di un lampo, ma la sua storia non finì male, anzi: terminò con il classico lieto fine. Su un set, in verità l’unico set che calcò nella sua avventura da attrice, conobbe un famoso regista. Non era il regista del film: quella pellicola a cui partecipava come coprotagonista era una commediola sentimentale di poco valore; ma il “famoso regista” venne in visita, invitato dall’amico produttore. Sta di fatto che, nel disorientamento della troupe che non capiva come quel “maestro” abituato ad avere ogni sorta di starlette ai suoi piedi potesse flirtare così da vicino con Siryl, la loro relazione prese avvio.
Si sposarono da lì a poco e la relazione, con alti e bassi – si sa come sono i registi – durò per molti anni. Il perché è presto detto. Si fecero molte congetture su un probabile difetto di olfatto dell’artista, ma in verità, fonti certe, che lo conoscevano bene, confermarono che il regista era uno di quelli con “la puzza sotto il naso”: quelli famosi per il loro intelletto e soprattutto per frequentare i salotti che contano. Certo che Siryl, per questo motivo, dovette mettersi un po’ in secondo piano, ma non le dispiaceva: era innamorata! Ebbero anche due figli e caso vuole, o forse ancora lo zampino del satanasso, uno era muto. Naturalmente rinunciarono alla vita mondana, anche se pare che adesso, in questi giorni di mascherine e distanza, si senta più tranquilla e abbia ripreso quel poco di vita sociale che è concessa a tutti noi.
Giù il sipario.

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